I MONASTERI DI BERGAMO





La città di Bergamo, così come tutta la provincia, è un luogo ricco di patrimonio storico, culturale e artistico religioso. È infatti una terra di grande devozione che ha dato i natali ad Angelo Giuseppe Roncalli, San Giovanni XXIII, uno dei Papi più amati e apprezzati di sempre. Ma non è tutto, Bergamo era ricca di luoghi di culto, monasteri e conventi di cui oggi non resta più traccia o che – in seguito all’editto napoleonico – sono stati trasformati in botteghe, attività commerciali o destinati ad uso privato. Tra questi ricordiamo ad esempio San Carlo dei Mendicanti in via Sant’Alessandro, San Carlo al Soccorso o Sant’Antonio in Foris in via Borgo Palazzo.

Scopriamo quindi alcuni monasteri scomparsi di Bergamo città

Camminando per le vie della città bassa, inconsapevolmente passeggiamo accanto a luoghi dal grande passato religioso e di cui non rimane traccia visiva. Tra questi Santa Lucia nel quartiere omonimo, Sant’Antonino da Padova e il Monastero delle Madri Terziarie, tra via Broseta e via Sant’Antonino del cui edificio sacro nulla resta, Santa Chiara in Via Sant’Alessandro, attuale RSA Santa Chiara con accesso da Via Garibaldi.

Sant’Orsola e il Monastero delle Madri Carmelitane

Via Sant’Orsola, il cui nome ricorda l’antico convento orsolino inglobato da privati prima e poi spazzato via, accoglieva il Monastero delle Madri Carmelitane: si ritiene che lo stabile si trovasse circa a metà del suo corso, ma è difficile risalire all’esatta ubicazione.

Sante Agata e Lucia, Santa Marta e i monasteri della Madri Domenicane

È noto invece che l’attuale municipio sito in Palazzo Frizzoni, nel cuore della città bassa, sorge sulle rovine di un monastero domenicano, quello di Santa Lucia e Agata. Nelle vicinanze sorgeva un secondo monastero, Santa Marta, di grandi dimensioni, con chiostri e terreni. Oggi lo possiamo ricondurre all’area retrostante Piazza Vittorio Veneto di pertinenza bancaria.

Quali sono invece i monasteri claustrali che ancora oggi sono visibili e attivi in città?

Santa Grata Ad Columnellis

Si trova in Via Arena, una delle più suggestive vie di Bergamo Alta, e viene considerato uno dei più antichi tra i monasteri benedettini in Lombardia, nonché la più antica espressione bergamasca della vita consacrata femminile. Nel corso della sua lunga storia fu soppresso due volte, nel 1798 e nel 1810, e fu riattivato definitivamente nel 1817. Nei luoghi di clausura non è possibile accedere, ma la chiesa è visibile e… merita una visita attenta. Si presenta ad un’unica navata ed è particolarmente decorata. Al suo interno sono presenti opere di gran pregio, come la pala d’altare Madonna e Santi del pittore Enea Salmeggia detto il Talpino, il Raffaello di Bergamo, donata proprio dall’artista come dote ai voti monacali della figlia. Una curiosità? Forse non tutti sanno che Santa Grata è “compatrona” della Diocesi e della terra di Bergamo, con Sant’Alessandro martire.

Monastero di San Benedetto

In via Sant’Alessandro, tra via Mario Botta e Vicolo Torri, troviamo il Monastero delle Monache Benedettine. Il cenobio trae la sua origine dalla fusione delle comunità benedettine del primitivo sito di Santa Maria Novella e Santa Maria in Valmarina, località tra Bergamo e l’imbocco della valle Brembana. Una comunità in rapida crescita quella riunita nella regola di San Benedetto, tanto che nel 1504 arrivò a contare ben 28 monache professe. Si rese dunque necessario ampliare il complesso claustrale e la chiesa, i cui lavori iniziarono nel medesimo anno e poi proseguirono nuovamente nel 1516. Il progetto fu affidato all’architetto bergamasco Pietro Cleri detto Isabello. Nel 1510 Jacopino de’ Scipioni affrescò la cappella interna delle monache, poi adibita a sacrestia maggiore. La ristrutturazione dell’edificio fu di grande pregio, tanto che la chiesa è oggi considerata un gioiello dell’architettura cinquecentesca lombarda.

Monastero Matris Domini

Il monastero Matris Domini si trova in via Locatelli, ai piedi di Bergamo Alta, e prese ufficialmente vita il 25 marzo 1273 con la consacrazione della chiesa. All’inizio del Trecento la chiesa venne ampliata e dotata di una vetrata che raffigurava Maria Santissima, san Domenico e san Pietro Martire. In seguito fu interamente affrescata e, ancora oggi, parte degli affreschi e della vetrata sono visibili nel vicino museo di Matris Domini, allestito nei locali destinati in passato a lavanderia, stireria e refettorio. Nel secolo XVII la chiesa subì una profonda ristrutturazione in stile barocco e gli affreschi vennero ricoperti. Nello stesso periodo, fu ampliato il monastero così da ospitare un numero crescente di monache (si parla di almeno 40 religiose). Nel corso della prima dominazione austriaca il monastero fu adibito a caserma e solo nel 1835 le suore poterono riprendere la loro vita religiosa.

Il Museo Matris Domini

Alcuni locali del monastero sono oggi adibiti a museo e vi sono raccolti una ventina di strappi di affresco, che testimoniano la storia della comunità tra i secoli XIII e XVI. Alcuni di questi – tra i più antichi – si trovavano nell’area chiamata “Refettorio vecchio” e sono stati collocati nella vecchia stireria e lavanderia; altri provengono invece dalla zona absidale dell’antica chiesa gotica: sono quelli sopravvissuti al rifacimento in stile barocco subito dalla chiesa nel corso del XVII secolo.

Monastero delle sorelle Clarisse

Nel quartiere Boccaleone, alla periferia sud di Bergamo, si trova infine il Monastero delle sorelle Clarisse, fondato da madre Maria Chiara Poloni il 7 dicembre 1847, in seguito alla distruzione e soppressione dei tre precedenti. Il sito originario era in Borgo Canale in Bergamo Alta, abbandonato dalle monache a metà del Cinquecento a causa della devastazione di truppe straniere. Ancora oggi attivo, conta oltre venti sorelle di diversa età.

L’idea in più

In occasione della “Festa della donna” perché non trascorrere una serata diversa in pieno stile monastico? Ad esempio tra le mura di Matris Domini e del suo museo, che aprirà le porte ai visitatori, curiosi di conoscere la storia del monastero e delle sue abitanti… magari anche in presenza!

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Foto tratte da: VisitBergamo

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