IL GEOPORTALE DEL COMUNE DI BERGAMO





Il sito del Comune di Bergamo racchiude un prezioso alleato per gli appassionati di storia, urbanistica, geografia o cartografia: il Geoportale. Uno strumento in cui è possibile trovare moltissime informazioni tecniche, consultare mappe e documenti storici che ci permettono di scoprire l’evoluzione della città di Bergamo nei secoli. Tra queste vi è un’appassionante sezione dedicata alla Bergamo del XVI-XVII-XVIII secolo nelle vedute di Alvise Cima pittore, cartografo e decoratore vissuto a Bergamo, al quale si deve la riproduzione seriale di una delle vedute a volo d’uccello più antiche e meglio conservate della nostra città.

Quanti di voi conoscono il Geoportale del Comune di Bergamo? Andiamo alla scoperta del tesoro urbanistico della nostra città.

Il Geoportale del Comune di Bergamo è stato sviluppato a partire dal 2011. Al suo interno possiamo trovare diverse sezioni che ci permettono di conoscere l’evoluzione di Bergamo attraverso la conoscenza approfondita del contesto urbano e territoriale.

I contenuti del Geoportale del Comune di Bergamo

Le aree tematiche sono diverse e toccano numerosi aspetti del contesto cittadino. Al suo interno possiamo facilmente trovare sezioni di edilizia privata, pianificazione urbanistica, attività produttive, ecologia, paesaggi, mobilità e trasporti. Ampio spazio è dedicato alla storia architettonica e all’arte decorativa degli edifici, nonché approfonditi elenchi dei beni culturali e ambientali cittadini.

L’Atlante geografico

Una particolare sezione è dedicata all’Atlante Geografico, che permette di consultare gran parte del patrimonio informativo geografico del Comune di Bergamo: al suo interno si possono trovare la cartografia tecnica aerofotogrammetrica, le mappe e diversi studi presenti negli archivi comunali, le tavole dei piani urbanistici e numerose altre carte tematiche dedicate all’idrografia, ai parchi, alle piste ciclabili, alle aree di sosta.

I documenti di interesse storico e culturale

Tra le sezioni, quella sicuramente più appassionante e – per noi – di maggiore interesse, è sicuramente quella dei documenti di interesse storico e culturale. Qui possiamo scaricare oltre tremila schede in bianco e nero del vecchio inventario dei beni culturali e ambientali di Bergamo. Le schede, rilevate negli anni ’70 dal Comune di Bergamo, riguardano i monumenti, gli edifici e i siti presenti nelle zone di Città Alta, dei colli e dei borghi storici. In un’altra sezione si trovano le quasi trecento schede a colori dell’IBCAA (Inventario Beni Culturali Archeologici e Ambientali) che evidenziano i siti e gli edifici tutelati dalla Sovrintendenza. O ancora le mappe digitalizzate dei catasti storici del 1853 e del 1901.

Bergamo “Urbs Picta”

Di grande interesse, la sezione “Urbs Picta” che analizza e censisce le facciate dipinte di Bergamo dal secolo XV al secolo XVIII. Qui possiamo trovare ampie descrizioni e una panoramica completa delle facciate dipinte, nonostante alcune di esse siano oggi andate perse. Il mutamento dei gusti estetici nei secoli ha infatti alterato e compromesso in parte questo patrimonio decorativo e culturale della città, così come il logorio del tempo o l’aggressione degli agenti atmosferici. Grazie al Geoportale, è possibile salvaguardare e riscoprire tutto il patrimonio rimasto, con uno sguardo a quanto è andato perso.

Bergamo del XVI-XVII-XVIII secolo nelle vedute di Alvise Cima

Infine, ampio spazio è dedicato alla ricerca ed al lavoro di Alvise Cima (1643 – 1710), pittore, cartografo e decoratore vissuto a Bergamo, al quale si deve la riproduzione seriale di una delle vedute a volo d’uccello più antiche e meglio conservate della nostra città. Un lavoro metodico, paziente e di grande effetto se si pensa ai modesti mezzi disponibili all’epoca, in parte ora perduto a causa delle demolizioni e ricostruzioni successive. Quando ammiriamo l’opera di Alvise Cima, dobbiamo ricordare che nel Seicento non esistevano droni o sistemi di rilevazione dall’alto. Tutto il lavoro era frutto di un’attenta analisi del territorio e di misurazioni effettuate a piedi da parte del rilevatore e del cartografo.

Una “fotografia” straordinaria

Un lavoro straordinario dunque, che “fotografa” la città nel suo impianto medievale, mutato in seguito con la realizzazione delle fortificazioni veneziane e la rappresentazione dinamica dell’evoluzione urbana tra il XVI ed il XVIII secolo. Il cuore di Bergamo era – ovviamente – Città Alta, dalla cui cima era possibile tenere sotto controllo il territorio circostante. La veduta che definiamo “a volo d’uccello” ci offre una raffigurazione prospettica dettagliata della città nel suo impianto medievale come se fosse realizzata da un moderno drone. Cima infatti ha raffigurato la città come un museo a cielo aperto, con l’architettura, i diversi elementi delle fortificazioni e gli edifici quasi fosse un ritratto della città. Bergamo viene infatti studiata, analizzata e ripresa in tutte le sue angolazioni.

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